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Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia

Pier Paolo Pasolini
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Pietro (del 06/11/2008 @ 10:33:37, in Pensieri sciolti, linkato 1051 volte)

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Di DIY (del 06/11/2008 @ 12:54:26, in Le segnalazioni del Dott. DIY, linkato 775 volte)

Qualcuno dice che sono incomprensibile, il che puo' essere. Sicuramente sono un pigro. Provero' comunque a condividere una mia riflessione fatta oggi, ascoltando il giornale radio, in mezzo al sempiterno traffico del GRA, in forma grafica pero'. Sono un pigro. Vediamo se rendo il senso.

PROPORZIONI:

 sta a

 come

 i  stanno

ai


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Di DIY (del 10/11/2008 @ 15:26:42, in Le segnalazioni del Dott. DIY, linkato 945 volte)

"e' stata una battuta di carineria, assolutamente spiritosa. Potevo dire anche che era alto, ma non l'ho detto perche' sia Vladimir Putin che Medvedev non sono altissimi... sono alti come me. Se no avrei detto, e' giovane, e' alto, e' bello ed e' anche abbronzato".
"Ma io non lo so - ha scherzato Berlusconi- non avete nelle orecchie 'Abbronzatissima', la nostra canzone? Facciamo di tutto per essere belli e abbronzati. Lui e' anche bello e abbronzato, ma cosa volete di piu'".

Berlusconi, Bruxelles 07/11/2008

fonte wikipedia:
Edoardo Vianello (Roma, 24 giugno 1938) è un cantautore italiano.  

"Molte delle sue canzoni successive diventano dei tormentoni: al ritmo di twist, surf, hully gully e cha cha cha, i suoi brani vengono diffusi sulle spiagge e nei bar attraverso i juke-box, come I Watussi e Abbronzatissima (1963)..."

 

Beh, poteva andare peggio: se invece di "Abbronzatissima" avesse avuto nelle orecchie "Watussi", gli poteva dare (sempre una battuta di carineria, assolutamente spiritosa) dell'"ALTISSIMO NEGRO"


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Di Pietro (del 11/11/2008 @ 16:12:42, in Politica, linkato 865 volte)
Nemesi

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Di DIY (del 12/11/2008 @ 09:41:32, in Le segnalazioni del Dott. DIY, linkato 978 volte)

a proposito di nemesi, segretari e ricchioni, sono passati 33 anni...

non ti illudere

la passione non ottiene mai il perdono

non ti perdono neanche io

che vivo di passione


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Di Pietro (del 13/11/2008 @ 10:10:25, in Pensieri sciolti, linkato 1026 volte)

Uno dei termini ricorrenti nel lessico ecclesiale quando si parla di cose peccaminose, negative e vietate in campo sessuale è CONTRO NATURA.

Ci viene detto che certe cose non si devono fare perché sono contro natura.

Letteralmente significa che sono cose che in natura non avvengono. E implicitamente significa che il nostro agire deve essere conforme alle leggi della natura.

Ma osservando ciò che avviene in natura vediamo che:

  • La solidarietà con i più deboli è contro natura
  • Il vivere in funzione della vita ultraterrena è contro natura
  • La monogamia e l’astinenza sono contro natura
  • L’altruismo è contro natura
  • L’amore verso il prossimo è contro natura

Il pratica l'intero messaggio di fratellanza e di amore di Cristo è contro natura.

Tutto ciò che rende l’uomo diverso dagli animali (l’empatia, la solidarietà, l’altruismo, la passione) è contro natura.

"By the cold and religious we were taken in hand
Shown how to feel good and told to feel bad. "
Roger Waters, Your Possible Pasts (The final cut)



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Di Pietro (del 17/11/2008 @ 09:54:08, in Marketing, linkato 970 volte)

Il mondo economico italiano, sin dalle basi, incomincia a capire le potenzialità di Obama al potere negli Stati Uniti:

Obama in vetrina
Vetrina in un centro commerciale romano

Due paia di jeans in più li farà pur vendere, no ?

 


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Di Pietro (del 18/11/2008 @ 10:18:52, in Racconti, linkato 1378 volte)
Ancora non posso crederci, ma proprio oggi è accaduto.
E ora la mia esistenza non è più la stessa.
Ma andiamo per ordine, non devo farmi prendere dall’emozione. Devo cercare, pur nella straordinarietà attuale, di essere razionale, per raccontare cosa è accaduto.
Una vita banale la mia, poche emozioni (ma forse per questo vissute ancor più con forza). Una persona comune, normali relazioni interpersonali, poche ma buone.
Ormai, alla soglia dei quarant’anni, avevo cominciato a pensare che non dovesse accadere più.
Da oltre otto anni sono seduto alla mia scrivania in attesa.
Le giornate passano a fatica, lentamente. Non è più come i primi tempi, appena assunto. Allora ogni mattina arrivavo in ufficio pieno di trepidazione convinto che ogni giorno fosse Il Giorno In Cui Sarebbe Accaduto. Avevo una meta, una speranza.
Mille e mille volte mi ero raffigurato nel pensiero cosa avrei fatto quando fosse accaduto: sarei stato in grado di agire in quel momento ? Avrei trovato le parole giuste ? Avrei fatto le poche indispensabili azioni necessarie ? E nella giusta sequenza ?
Non potevo fallire e quindi pensavo e ripensavo senza sosta.
E guardavo gli altri intorno a me: anch’essi in attesa che accadesse, ma i più anziani con un velo di disillusione sul viso. Quante volte avrei voluto chieder loro se sapevano qualcosa di più ! Ma non ne ho mai avuto il coraggio.
Poi, col passare delle stagioni, sempre uguali a se stesse, l’ansia e la trepidazione si sono stemperate come i colori d’autunno. Ormai era solo un esercizio di logica senza senso. Sempre di più sapevo che non sarebbe accaduto. E i pixel dell’inutile schermo di fronte a me non erano più muti messaggeri di una missione assoluta ancora non rivelata, ma inutili punti luminosi, variopinti e senza senso, privati della progettualità meravigliosa che la rivelazione avrebbe dato loro.
Piano piano si affievolivano in me talenti e capacità, ma non me ne preoccupavo, ormai insensibile e certo che non sarebbe accaduto.
E invece….
Oggi è accaduto.
Ancora non posso crederci, ma proprio oggi è accaduto.
Il telefono (mero ornamento della mia scrivania, muto per otto anni; chissà quale sarebbe stato il suo suono, mi chiedevo talvolta) ha squillato.
Il mondo è esploso con quel trillo sintetico di suoneria.
Il cuore in gola ho alzato la cornetta e l’ho appoggiata all’orecchio, in attesa della Voce che mi avrebbe rivelato lo scopo di tutto.
La voce apparve, ma non soave e profonda come avevo fantasticato in anni e anni.
Una voce banale (dio mi perdoni), quasi fastidiosa.
E appresi lo scopo di tutto.
La Consulente Della Società Esterna Di Consulenza mi chiese, con voce efficiente e operosa, di aggiungere Due O Tre Colonne al Programma. Due o tre piccole colonne che l’umanità distratta avrebbe riempito di numeri senza senso.
Quella era la missione della mia vita, lo scopo della mia esistenza in azienda.
Ora, finalmente, sapevo.
Con la voce rotta dal pianto le dissi che aspettavo quella notizia da sempre. Tutta la mia esistenza era stata consumata nell’attesa di quella Richiesta.
E ora avrei fatto tutto in fretta, al meglio, perché La Consulente Della Società Esterna Di Consulenza mi disse che era una cosa urgente. Importanti eventi dipendevano dalle Due O Tre Colonne. E non si doveva perdere tempo.
Ma diavolo, sì che lo sapevo !
Davvero credeva che io fossi stato seduto a quella scrivania tutti quegli anni senza far nulla , in attesa della missione che ora mi stava affidando e che non avessi intuito l’importanza assoluta del mio compito ?
Due O Tre Colonne, era tutto lì.
Ora sapevo qual’era lo scopo di tutto.
Poco importa che non capisca il significato delle Due O Tre Colonne, poco importa che possa reputarle inutili, ridondanti e pleonastiche.
La Consulente Della Società Esterna Di Consulenza conosce le cose infinitamente meglio di me; non ha il velo della mediocrità che le appanna la vista come accade a me.
Lei vede. Pensa. Decide.
E io creerò queste due o tre nuove colonne nel programma perché so che il disegno superiore è inconoscibile e la mia povera mente non ne vede che un frammento nella vasta immensità dell’armonia perfetta cui appartiene.
Ho farfugliato qualche parola di commiato e rassicurazione sul fatto che tutto sarebbe stato fatto al meglio, e ho riattaccato.
Da oggi la mia vita non sarà più quella di prima.
E dopo aver fatto le Due O Tre Colonne, potrò spegnere la mia esistenza terrena, sapendo che la mia parte del disegno immenso, la mia piccolissima infinitesimale parte, è stata fatta.

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Di Pietro (del 20/11/2008 @ 10:19:07, in Pensieri sciolti, linkato 1035 volte)

Sono confuso, molto confuso.
Da anni i guru del capitalismo italiano ci spiegano che la crisi delle nostre aziende è dovuta alle turpi regole del mercato del lavoro, in cui uno stato oppressivo costringe gli illuminati imprenditori italiani a sottostare a regole capestro sulla flessibilità del lavoro.
L’articolo 18, che impedisce di cacciare via i fannulloni, lega le mani ai brillanti manager che non possono ottenere risultati di competitività e arrancano sacrificandosi per il bene delle aziende.
Più flessibilità ci vuole, ecco la panacea !
Ma poi, recentemente, sento notizie inquietanti venire dagli States.
Tutte le industrie automobilistiche americane sono sull’orlo del fallimento.
E in U.S.A. la flessibilità del lavoro è totale.
Ma vuoi vedere che allora il problema della scarsa competitività delle aziende potrebbe (e ripeto “potrebbe”…) dipendere dall’inettitudine e dalla miopia del management e che la storia della flessibilità non c’entra nulla ?
Chissà….


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Di DIY (del 21/11/2008 @ 12:14:19, in Le segnalazioni del Dott. DIY, linkato 852 volte)


Laudato si', mi' Signore, per frate raccordo anulare
da lo quale nullu homo vivente pò skappare:
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati
lo tempo di pensare et reflectere su la humanae vitae
di infermitate et tribulatione

 


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