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Oggi è accaduto
Di Pietro (del 18/11/2008 @ 10:18:52, in Racconti, linkato 1367 volte)
Ancora non posso crederci, ma proprio oggi è accaduto.
E ora la mia esistenza non è più la stessa.
Ma andiamo per ordine, non devo farmi prendere dall’emozione. Devo cercare, pur nella straordinarietà attuale, di essere razionale, per raccontare cosa è accaduto.
Una vita banale la mia, poche emozioni (ma forse per questo vissute ancor più con forza). Una persona comune, normali relazioni interpersonali, poche ma buone.
Ormai, alla soglia dei quarant’anni, avevo cominciato a pensare che non dovesse accadere più.
Da oltre otto anni sono seduto alla mia scrivania in attesa.
Le giornate passano a fatica, lentamente. Non è più come i primi tempi, appena assunto. Allora ogni mattina arrivavo in ufficio pieno di trepidazione convinto che ogni giorno fosse Il Giorno In Cui Sarebbe Accaduto. Avevo una meta, una speranza.
Mille e mille volte mi ero raffigurato nel pensiero cosa avrei fatto quando fosse accaduto: sarei stato in grado di agire in quel momento ? Avrei trovato le parole giuste ? Avrei fatto le poche indispensabili azioni necessarie ? E nella giusta sequenza ?
Non potevo fallire e quindi pensavo e ripensavo senza sosta.
E guardavo gli altri intorno a me: anch’essi in attesa che accadesse, ma i più anziani con un velo di disillusione sul viso. Quante volte avrei voluto chieder loro se sapevano qualcosa di più ! Ma non ne ho mai avuto il coraggio.
Poi, col passare delle stagioni, sempre uguali a se stesse, l’ansia e la trepidazione si sono stemperate come i colori d’autunno. Ormai era solo un esercizio di logica senza senso. Sempre di più sapevo che non sarebbe accaduto. E i pixel dell’inutile schermo di fronte a me non erano più muti messaggeri di una missione assoluta ancora non rivelata, ma inutili punti luminosi, variopinti e senza senso, privati della progettualità meravigliosa che la rivelazione avrebbe dato loro.
Piano piano si affievolivano in me talenti e capacità, ma non me ne preoccupavo, ormai insensibile e certo che non sarebbe accaduto.
E invece….
Oggi è accaduto.
Ancora non posso crederci, ma proprio oggi è accaduto.
Il telefono (mero ornamento della mia scrivania, muto per otto anni; chissà quale sarebbe stato il suo suono, mi chiedevo talvolta) ha squillato.
Il mondo è esploso con quel trillo sintetico di suoneria.
Il cuore in gola ho alzato la cornetta e l’ho appoggiata all’orecchio, in attesa della Voce che mi avrebbe rivelato lo scopo di tutto.
La voce apparve, ma non soave e profonda come avevo fantasticato in anni e anni.
Una voce banale (dio mi perdoni), quasi fastidiosa.
E appresi lo scopo di tutto.
La Consulente Della Società Esterna Di Consulenza mi chiese, con voce efficiente e operosa, di aggiungere Due O Tre Colonne al Programma. Due o tre piccole colonne che l’umanità distratta avrebbe riempito di numeri senza senso.
Quella era la missione della mia vita, lo scopo della mia esistenza in azienda.
Ora, finalmente, sapevo.
Con la voce rotta dal pianto le dissi che aspettavo quella notizia da sempre. Tutta la mia esistenza era stata consumata nell’attesa di quella Richiesta.
E ora avrei fatto tutto in fretta, al meglio, perché La Consulente Della Società Esterna Di Consulenza mi disse che era una cosa urgente. Importanti eventi dipendevano dalle Due O Tre Colonne. E non si doveva perdere tempo.
Ma diavolo, sì che lo sapevo !
Davvero credeva che io fossi stato seduto a quella scrivania tutti quegli anni senza far nulla , in attesa della missione che ora mi stava affidando e che non avessi intuito l’importanza assoluta del mio compito ?
Due O Tre Colonne, era tutto lì.
Ora sapevo qual’era lo scopo di tutto.
Poco importa che non capisca il significato delle Due O Tre Colonne, poco importa che possa reputarle inutili, ridondanti e pleonastiche.
La Consulente Della Società Esterna Di Consulenza conosce le cose infinitamente meglio di me; non ha il velo della mediocrità che le appanna la vista come accade a me.
Lei vede. Pensa. Decide.
E io creerò queste due o tre nuove colonne nel programma perché so che il disegno superiore è inconoscibile e la mia povera mente non ne vede che un frammento nella vasta immensità dell’armonia perfetta cui appartiene.
Ho farfugliato qualche parola di commiato e rassicurazione sul fatto che tutto sarebbe stato fatto al meglio, e ho riattaccato.
Da oggi la mia vita non sarà più quella di prima.
E dopo aver fatto le Due O Tre Colonne, potrò spegnere la mia esistenza terrena, sapendo che la mia parte del disegno immenso, la mia piccolissima infinitesimale parte, è stata fatta.