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Vedo in città un fottio di Hummer, i SUV paramilitari. Ma per centoventimila euro non è più conveniente farsi allungare il pene chirurgicamente?

Daniele Luttazzi
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Pietro (del 17/03/2009 @ 18:47:44, in Pensieri sciolti, linkato 844 volte)

Ecco un'offerta formativa da sfruttare in Italia di questi tempi....

"Corsi di rumeno per stupratori"

Corsi di rumeno

 

 
Di Pietro (del 19/03/2009 @ 11:42:23, in Pensieri sciolti, linkato 745 volte)

Chiesa e preservativi

 
Di Pietro (del 24/03/2009 @ 09:39:41, in Pensieri sciolti, linkato 860 volte)

Fabrizio De Andrè è stato sorvegliato per anni, dai servizi italiani, sospettato di essere un potenziale rivoluzionario e addirittura un brigatista (Repubblica gennaio 2009).
Mi viene da sorridere, ora, a pensare a quanto una simile ipotesi potesse essere irreale.
Chi conoscesse De Andrè (e non personalmente, bastava conoscere le sue canzoni) sapeva che non si sarebbe mai legato a nessun potere organizzato (reazionario o rivoluzionario che fosse): “Non esistono poteri buoni”.
Ma chi lo spiava e controllava ?
Dubito che fosse una decisione esplicita del Potere.
Il Potere non scende nei dettagli: il Potere dice “Controllate i rivoluzionari”.
Sono i piccoli, oscuri servi del Potere, minuscole formiche inutili, grige e meschine, a interpretare gli ordini.
Mi piace immaginare i grigi funzionari dei servizi, nei loro tristi uffici (grigi anch’essi), coi muri scrostati e pile di faldoni polverosi, alle prese con l’ordine “Controllate i rivoluzionari”.
Si sentono importanti, legittimati da Potere. Hanno un ruolo che non deriva loro da alcuna capacità particolare: sono solo al posto giusto, nel momento giusto. Magari ci sono arrivati grazie alla raccomandazione dello zio prete. Un po’ pelati, con il riportone imbrillantinato e l’odore di lucido da scarpe che li contraddistingue. Me li immagino così, proprio come li dipinge Petri in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.
Sono i grigi e meschini funzionari a scegliere di spiare De Andrè.
Sono i grigi e meschini funzionari a scegliere i dettagli di cosa sia lecito e cosa no, cosa censurare e cosa permettere.
Mi piace anche pensare che oggi il tempo li ha cancellati. Nessuno avrà memoria di loro. Si sono spenti nell’oblio.
Funzionari e lacchè non durano mai. Perché non hanno messaggio, non sono nulla.
Sono solo piccoli amplificatori della volontà altrui.
Ma non hanno voce propria e per questo il tempo li cancella.
Fabrizio, invece, rimarrà per sempre nelle emozioni di milioni di persone.


 
Di Pietro (del 30/03/2009 @ 11:27:08, in Pensieri sciolti, linkato 958 volte)

Povera santa povero assassinoDopo anni di assenza dalle librerie è finalmente stato ristampato il saggio di Giordano Bruno Guerri "Povera santa povero assassino".

Pubblicato per la prima volta nel 1985, scatenò una durissima reazione del Vaticano poichè metteva in dubbio, con dati ineccepibili, il processo di beatificazione di Maria Goretti.

Tanto si adirò il Vaticano, che venne nominata a tempo di record (meno di un mese) una apposita commissione incaricata di dimostrare come il lavoro dell'autore fosse campato in aria.

Il lavoro di questa commissione durò circa un anno e produsse un documento dove si muovevano numerose critiche.

La tecnica denigratoria, neanche molto originale, è quella di attaccare dettagli trascurabili per smontare le tesi di fondo che invece restano salde e anzi confermate proprio dal lavoro "involontario" di tale commissione.

L'edizione di Bompiani attualmente disponibile (ISBN 978-88-452-6102-2, prezzo 12 euro) è quella successiva alla prima, in cui l'autore risponde punto per punto alle critiche mosse dal Vaticano.

Oltre alla vicenda terribile della povera santa e del povero assassino (entrambi vittime di un mondo arcaico e selvaggio che, pur essendo solo di cento anni fa, sembra uscire dal paleolitico), è assolutamente straordinaria la descrizione che il Guerri fa delle condizioni di vita dell'agro pontino agli inizi del secolo scorso.

Assolutamente da non perdere.

"Non basta chiedere perdono per le crociate, l'inquisizione, Galileo: la Chiesa dovrebbe chiedere perdono anche a Maria Goretti, santa. Il perchè sta nelle pagine di questo libro."
(dalla 4^ di copertina del volume)

 

 
Di Pietro (del 14/04/2009 @ 10:43:52, in Pensieri sciolti, linkato 752 volte)

Trovo straordinario che in tempi di crisi, come quello che stiamo attraversando, nessuno ponga l'accento sulla causa principale della situazione attuale. Direi la causa "strutturale" da cui si può far discendere tutto: inquinamento, problemi energetici, disoccupazione, etc. etc.

Siamo in troppi.

E stiamo pagando il prezzo di decenni di pace (niente guerre, niente diminuzione demografica) e di progressi scentifici (niente epidemie).

Non a caso, infatti, la chiesa va predicando la riproduzione ad ogni costo: più siamo, più siamo poveri; più siamo poveri, più siamo ignoranti e quindi facili prede di superstizioni fideistiche, regalando il potere a chi tali superstizioni rappresenta.

 

 
Di Pietro (del 16/04/2009 @ 10:24:00, in Pensieri sciolti, linkato 790 volte)
Il cuore produttivo dell’occidente è nelle aziende.
Le aziende, inizialmente piccole e a carattere padronale, sono cresciute sempre di più sino a diventare multinazionali, sovranazionali e spesso più potenti degli stati che le ospitano.
Ma tutto questo ha creato dei problemi di governance.
Se prima il padrone, la sua famiglia e i suoi uomini di fiducia potevano controllare capillarmente l’azienda, con le multinazionali il sistema è dovuto cambiare.
Non c’è più un solo padrone ma un azionariato diffuso, distante dalla produzione (perché, comunque, le aziende continuano a produrre beni o servizi) e inconsapevole spesso dei meccanismi delle aziende che possiede.
Inoltre, anche se come detto le aziende continuano a esistere per produrre qualcosa, si è spostato il metro della loro valutazione. Non si giudica più positivamente o meno un’azienda in base al fatto che produca qualcosa generando un valore aggiunto. La si giudica principalmente in base al valore azionario che molto poco è legato alla reale situazione di benessere produttivo dell’azienda (i recenti crack finanziari di aziende produttivamente sane come la Parmalat ne sono prova).
Quindi l’azionariato diffuso è sensibile solo al valore del titolo in borsa (che in fin dei conti è ciò che produce guadagno per l’azionista) e delega la governance delle aziende ai manager.
Il manager non ha alcun interesse che l’azienda prosperi nel lungo termine: deve ottenere il massimo profitto subito, costi quel che costi.
Membro di una Casta strapagata, amministra e gestisce cose non sue, traendone enormi vantaggi e segando il ramo su cui è seduto. Tanto sa che, prima che il ramo si spezzi, sarà altrove, in un’altra azienda, pagato sempre un po’ di più.
Non ci meravigliamo se il sistema vacilla, allora.
Per decenni nessuno ha avuto l’interesse a far durare le aziende, con scelte oculate e lungimiranti.
Ora stiamo pagando tutti il prezzo. E sarà parecchio alto.
 
Di Pietro (del 17/04/2009 @ 12:43:23, in Pensieri sciolti, linkato 960 volte)

Invito tutti a leggere con attenzione il Piano di rinascita democratica della Loggia P2.

Dopo averlo letto, provare a ripercorrere gli eventi politico/sociali dell'Italia degli ultimi 15 anni.

Notate nulla...?

 

 
Di Pietro (del 20/04/2009 @ 11:26:12, in Pensieri sciolti, linkato 1151 volte)

"Mi sono limitato a dire quello che penso e che molti dovrebbero già sapere. E cioè che il costo del lavoro rappresenta il 7-8 per cento e dunque è inutile picchiare su chi sta alla linea di montaggio pensando di risolvere i problemi. Se avessi tagliato metà dei dipendenti, a parità di volumi, non avrei riportato Fiat Auto al pareggio. Quando si perdono 3 milioni di euro al giorno, come succedeva fino a due anni fa, e uno pensa che sia colpa degli operai vuol dire che ha saltato qualche ponte sulla sua strada. Questi sono metodi che forse possono andar bene nel sistema anglosassone, ma da noi non funzionano"

Sergio Marchionne - A.D.Fiat (Repubblica 21/09/2006)

 

 
Di Pietro (del 05/05/2009 @ 16:10:22, in Pensieri sciolti, linkato 997 volte)

Ieri sera, alle 21.00 circa, la Panda ha raggiunto il quarto di milione di Km.
Il suo motore Fire 1.1, in questi sei anni di vita e 250.000 Km. ha richiesto soltanto la sostituzione della guarnizione della testata (300 euro di spesa, 2 giorni di fermo macchina).  Nient’altro.


Ora la FIAT si è accattata la Chrysler, e Marchionne cercherà di insegnare agli americani che è possibile fare questi piccoli miracoli di tecnologia. E in america, con un 1100 come il FIRE, ci sciacqui: con i limiti di velocità ridicoli che hanno, rischi di camminare sempre in terza.

Ma Marchionne dovrà prima insegnare agli americani altre piccole cose, altrimenti loro non capiranno.

Ecco un breve elenco che gli propongo, da valutare con Obama:

  1. Non serve un 5000cc per viaggiare a 55 miglia orarie, a meno che non si debbano spostare 15 o 20 tonnellate di roba in salita.
  2. Non è necessario fare 2 Km con un litro di benzina.  Il petrolio costa poco in america, ma costa tanto in Iraq (in termini di vite umane). E visto che costa poco, raddoppiamo il prezzo del carburante e con le tasse creiamo uno stato sociale per far vivere tutti più sicuri, sani e sereni.
  3. Una macchina può durare più di un anno


Temo che questi brevi principi cozzeranno con la mentalità dell’americano medio, e lo sviluppo di piccole utilitarie ha degli oggettivi ostacoli in quei paesi. Vediamo i principali:

  1. Il deretano dell’americano medio non entra nel posto guida di una vettura europea (anche in una berlina media). Se poi gli americani da inserire nel veicolo sono 5, allora il 5000cc ci vuole per spostarne il peso
  2. Il fucile a pompa non trova alloggio in una utilitaria: cozza col tetto
  3. Il cruscotto di una utilitaria non riesce ad alloggiare il walkie-cup di coca cola da 5 litri


 
Di Pietro (del 13/05/2009 @ 09:44:42, in Pensieri sciolti, linkato 875 volte)

In molti si chiedono il perchè dell'interesse di Fiat per la Opel.

Credo sia semplicemente nostalgia. Marchionne vuole tornare ad avere un marchio che gli ricordi la Fiat del passato: inaffidabile, mal costruita e continuamente guasta...

 

 
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