Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L'Uomo che Fuma (la sigaretta scroccata) mi ha passato questo documento storico:
Oltre alla bionda storica della Peroni (Solvy Stubing) un imberbe Mario Girotti (aka Terence Hill).... Ed eccoli come sono oggi:
Istituto bancario di Palermo:
Un fantastico telefono in vetrina a Roma:
In un negozio di oggetti "made in china" di Ostia (RM) fanno bella mostra di sé in vetrina questi altoparlanti della Pianter:
Una delle pubblicità piu' tristi e sfigate che abbia mai visto:
Lapidi, tombe, piani per bagni e cucine...
Negli ultimi anni, nei negozi di generi alimentari, è un susseguirsi di disclaimer rassicuranti per la clientela:
"Da noi non ci sta la mucca pazza" (e mi viene in mente Guzzanti "So' boni tutti a mettece 'na scrittaaaa") "Da noi non ci sono carni estere" "Da noi non ci stanno le galline con l'aviaria" etc. etc. etc.
L'emergenza di oggi è la diossina nelle mozzarelle di bufala campane, e immancabile appare il cartello rassicurante:
Delle due l'una: o la mozzarella è "di bufala campana", o il latte viene dal Lazio. Nei miei ricordi di geografia, Latina, Frosinone e Roma non sono in Campania.
A questo punto scegliete voi: E' meglio essere a rischio diossina per il latte campano o farsi spacciare dell'ottimo latte di bufala laziale come campano ?
Postilla: mi sono voluto togliere la curiosità di capire cosa indichi il marchio DOP. In fin dei conti, magari, per la normativa vigente si può chiamare "Mozzarella di bufala campana" anche la mozzarella fatta col latte di altre regioni. E invece, sul sito http://www.mozzarelladibufala.org/dop.htm, leggo testualmente:
"Per poter ricevere l’appellativo deve sussistere perciò la condizione per cui la produzione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono essere effettuate nella regione delimitata di cui il prodotto porta il nome. "
Stazione centrale di Napoli
E' di questi giorni, sulle televisioni nazionali, lo spot per un nuovo modello della Lancia. Interpretato da Richard Gere che, con sorrisetto ebete, parte da Hollywood in macchina e arriva in Tibet (senza nemmeno prendere la nave, wow !). Arrivato nei pressi di un monastero buddista, si ferma e si intrattiene coi piccoli bimbi vestiti da bonzi. Mentre sta per fermare la macchina, l'astuto pubblicitario fa specchiare sulla lucida fiancata una figura di monaco clone del Dalai Lama....
E bravo Richard Gere ! Come suggerito dal Dr D.I.Y, ricorda proprio la strofa de "Il testamento" di Fabrizio De Andrè:
"[...]a te che sei per tirare avanti costretta a vendere Cristo e i santi[...]"
Dopo la "patata attira" promossa da Rocco Siffredi, la ristorazione italiana raggiunge un altra vetta di classe:
La Vaffancola !
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