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Io abito tra Loreto e Turro e quando son contento sburro

Alfieri (Elio e le storie tese)
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Pietro (del 05/08/2009 @ 14:47:20, in Pensieri sciolti, linkato 989 volte)

In un post di qualche giorno fà, notavo come fosse bizzarra la linea editoriale dell'Unità a proposito del decreto sicurezza.

In particolare trovavo strano che il quotidiano "di sinistra", voce del PD, desse più risalto all'opinione del Vaticano rispetto a quelle dello stesso PD e dell'ONU.

Poi ieri mi arriva la rivista periodica di Emergency, che si occupa in copertina proprio del decreto sicurezza e del problema dei "respingimenti" dei migranti.

Mi pare che qui le cose siano molto differenti, per fortuna:

L'ordine è Comunità Europea, ONU e solo alla fine la CEI.

Ma in fondo quello di Emergency è un giornalino, mica una blasonata testata nazionale di partito che può contare su fior di giornalisti "professionisti"....

 


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Di Pietro (del 10/08/2009 @ 10:02:41, in Natura e Ambiente, linkato 1136 volte)


Ci dicono che l'Italia deve tornare al nucleare.

Che oggi il nucleare è sicuro, niente a che vedere con quello di una volta.

A parte che la certezza di incidente zero non esiste (non può esistere), abbiamo pensato che le centrali saranno costruite in Italia ? Non in Francia o in Germania: in Italia.

Dove l'edilizia pubblica è preda di speculazioni della criminalità organizzata, dove l'ospedale di Agrigento è stato costruito come un castello di sabbia.

Io non mi fiderei di far costruire una centrale atomica al sistema Italia.

Anche perchè il nucleare è democratico: se crolla l'ospedale di Agrigento muoiono i poveri cristi che ci stanno dentro e basta.

Ma se crolla un reattore atomico fatto di sabbia, le radiazioni arrivano dovunque.

Anche a Porto Rotondo e ad Arcore.

 


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Di Pietro (del 25/08/2009 @ 09:35:57, in Fotografia, linkato 2792 volte)

Ho visitato un'altra fabbrica in abbandono. Si tratta dell'ex zuccherificio Saza di Avezzano in provincia dell'Aquila.

Ex zuccherificio Saza di Avezzano (AQ)

[...]Lo stabilimento fu realizzato all’inizio del 1900, da una società italo-tedesca che lo mise in funzione nel 1910 con una potenzialità di lavorazione di circa 5/6 quintali di bietole al giorno e con un’occupazione di alcune centinaia di lavoratori. In seguito, nell’anno 1927 l’opificio fu rilevato dalla “Zuccherificio di Avezzano S.p.A” che con opere di ampliamento e ammodernamento lo portò alla capacità di lavorazione di 10/12 mila quintali di bietole al giorno.Nel 1945 dopo la fine del conflitto mondiale e con lavori di ripristino lo zuccherificio riprese l’attività produttiva: Durante il periodo tra il 1954 e il 1963 con successivi interventi di modernizzazione lo stabilimento raggiunge una capacità di lavorazione di circa 42 mila quintali di materia prima giornaliera. La fabbrica purtroppo cessò la sua attività nel 1987. Attualmente il complesso versa in stato di totale abbandono. Esso costituisce in ogni modo un interessantissimo reperto di archeologia industriale assolutamente meritevole di attenzione e di recupero per l’indubbio valore storico della tipologia manifattureria che rappresenta. [...]
(tratto da http://www.consorzioindustrialeaz.it/index.php?id_sezione=15)

Ho avuto modo di fare parecchie fotografie che potete trovare qui.

 


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Di Pietro (del 04/09/2009 @ 12:54:08, in Pensieri sciolti, linkato 888 volte)
Sette anni fa ho comprato da un concessionario una vettura usata.
O meglio, credevo di averlo fatto perché il concessionario si è rivelato un truffatore e solo oggi ho scoperto che si intascò i soldi del passaggio di proprietà senza averlo mai effettuato.
Quindi ho guidato per sette anni una macchina non mia.
La situazione l’ho scoperta andando all’ACI.
Con un gentile impiegato stavamo cercando di capire la situazione, e quando è risultato evidente che al PRA la macchina era ancora intestata al precedente proprietario, l’impiegato mi ha guardato un po' stupito e mi ha chiesto:
“Ma lei non si è accorto che non le arrivavano le multe ?”
Gli ho risposto: “Ho anche un’altra macchina dagli stessi anni, e anche per quella, regolarmente intestata, non mi arrivano le multe. Io non le prendo le multe, perché cerco di rispettare le leggi.”
In Italia il rispetto delle regole genera sempre stupore.

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Di Pietro (del 07/09/2009 @ 22:07:06, in Marketing, linkato 1096 volte)
Marca di fichi in vendita in un supermercato di Olbia (SS)

Lady Fig

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Di Pietro (del 10/09/2009 @ 17:29:42, in Comunicazione, linkato 1478 volte)
Un residence in Sardegna, a Porto Rotondo, espone sul cancello d'ingresso questo interessante avviso:

Cancello magico

Sono tentato di attendere la prima persona che lo attraversi dopo che abbia terminato di chiudersi...

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Di Pietro (del 14/09/2009 @ 12:07:25, in Politica, linkato 2376 volte)

Vicino ad Orgosolo, in Sardegna, c'è un piccolo paese abbandonato.

A prima vista sembra una ex comunità religiosa, vista l'imponenza della chiesa che fa parte dell'abitato.

Ma un murales all'ingresso, fa capire che si tratta di qualcos'altro:

Pratobello

Il borgo fantasma è Pratobello. Si tratta di una storia del 1969.

In quell'anno lo stato italiano decise di impiantare in quella località un poligono militare, e venne costruito questo borgo che avrebbe dovuto ospitare i militari di stanza al poligono e le loro famiglie.

Ma lo stato italiano non aveva fatto i conti con gli abitanti del luogo, pastori e agricoltori, che proprio dalle terre che avrebbe occupato il poligono, traevano il loro sostentamento.

Nacque una protesta popolare e pacifica che portò all'occupazione dei campi, mettendo in scacco le forze dell'ordine chiamate a sgomberare l'area.

Dopo alcuni mesi il popolo vinse, e l'area venne abbandonata dall'esercito.

Il piccolo borgo di Pratobello è ancora li, disabitato e in rovina, a memoria di una vittoria del popolo sugli abusi del potere.

Su tutto troneggia la chiesa, ormai in rovina anch'essa, grande a dismisura: serviva a ricordare a chi avrebbe dovuto provare armi che uccidono esseri umani, che dio è dalla parte di chi spara meglio.

Ecco le foto del borgo fantasma.

 


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Di Pietro (del 17/09/2009 @ 23:09:00, in Pensieri sciolti, linkato 932 volte)
Renato SchifaniOggi in Afghanistan sono morte oltre 26 persone per un attentato suicida.

Sei di queste persone erano soldati italiani, e i media si sono "buttati sul disastro umano col gusto della lacrima in primo piano", come avrebbe detto Gaber.

Ero in macchina e ascoltavo il Gr2 delle 19:30.

Tra i vari interventi di circostanza, mi ha colpito quello di Renato Schifani. Arrivato a casa l'ho scaricato dal podcast della RAI per essere sicuro di aver capito bene.

Eccolo qui: Intevista Schifani

“[…]Quando si combatte all’interno di uno scenario internazionale, si combatte contro un nemico invisibile, appunto come il terrorismo, nessun momento di riflessione, nessuna incertezza può sfiorare le menti di chi vuole stare dalla parte della giustizia, della pace, della democrazia e della libertà”

In Afghanistan si "combatte" dunque, non si fa una missione di pace.

E nessun momento di riflessione può sfiorare le menti in questi momenti. Nessun momento di riflessione. Non di incertezza, di paura, di perplessità. No. Di riflessione.

Il Presidente del Senato ci invita a non riflettere.

Solo l'idiota non riflette.

Io e tanti altri, invece, continueremo a riflettere, a pensare e a farci un'opinione; che probabilmente non sarà uguale a quella della maggioranza che seguirà il consiglio di non riflettere.

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Di Pietro (del 18/09/2009 @ 18:25:18, in Politica, linkato 1513 volte)
A volte internet riserva delle sorprese piacevoli.

A Roma si usa dire (o meglio si usava fino a un paio di generazioni fa): “Ma chi sei, Cacini ?” o anche “E’ arrivato Cacini !”, riferendosi a qualcuno che si presenta con modi da spaccone e da bullo “so tutto io”.

Per curiosità, vado a cercare notizie su tale modo di dire e scopro che Cacini era un comico d’avanspettacolo dei primi anni del ‘900, famoso appunto per essere provocatore del pubblico con spacconate e sbruffonate.

Fin qui, interessante, ma nulla di particolarmente esaltante.

Il bello viene leggendo la biografia di Cacini. Tra le altre cose scriveva canzoni per i suoi spettacoli.

Una di queste canzoni, venne plagiata da Mario Ruccione per il ritornello di “Faccetta Nera”.

E allora ?

E allora scopro, leggendo le informazioni su “Faccetta nera”, che uno dei cavalli di battaglia della propaganda fascista, per giustificare “eticamente” l’invasione dell’Abissinia da parte del nostro esercito, fu proprio la condizione delle donne Abissine, dipinte come schiave e vittime di un regime brutale, che dovevano quindi essere salvate dal mondo civile (cioè dall’Italia fascista…).

Non so perché, forse sono strano forte, ma il pensiero è corso a quanto ci dissero durante l’invasione dell’Afghanistan a proposito delle donne, dei talebani e del burka.

Corsi e ricorsi storici, vecchi trucchetti o solo mia superficiale malizia ?

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Di DIY (del 18/09/2009 @ 19:16:01, in Pensieri sciolti, linkato 995 volte)

EXIT STRATEGY SUCCESS STRATEGY TRANSITION STRATEGY e' tutto un fiorire di "strategy" nel nostro LACERANTE dibattito interno che molto assona al grido brancaleonesco "UN SOLO IDIOMA - SCAPPOMA". Sei ne so' morti ieri, un altro l'ha direttamente dichiarato morto il ministero, ma Berlusconi l'ha fatto il militare ?


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