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Io abito tra Loreto e Turro e quando son contento sburro

Alfieri (Elio e le storie tese)
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Pietro (del 04/02/2008 @ 09:53:18, in Comunicazione, linkato 4210 volte)

 

La Swiss Air offre ai propri passeggeri questo wafer al cioccolato dal nome bizzarro.....

Swiss air

 


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Di Pietro (del 29/01/2008 @ 18:36:36, in Tech World, linkato 3290 volte)

Ho aiutato un amico a far funzionare il TomTom 6.0 su un palmare HTC P3300.
Sono letteralmente impazzito per far vedere al TT la porta COM corretta del ricevitore GPS integrato.
Dopo svariati tentativi la configurazione vincente (ma soprattutto funzionante....) è stata la seguente:

Dal menu Impostazioni --> Sistema --> GPS settare:
Porta software: COM4
Porta hardware: nessuna
Gestione automatica GPS: Si

Poi, dal TomTom, selezionare:

Cambia preferenze --> Mostra stato GPS -->  Configura

selezionare quindi

Dispositivo: Altri GPS NMEA
Velocità: 4800
Porta: COM4

A me ha funzionato......in bocca al lupo !

 


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Di Pietro (del 23/01/2008 @ 15:41:32, in Pensieri sciolti, linkato 1153 volte)

La luna è in cielo,
davanti a tutti.
Sembra di poterla toccare.
Ma a volte c'è davanti un filo spinato.
E non resta che guardarla.

Moon


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Di DIY (del 17/01/2008 @ 15:09:45, in Le segnalazioni del Dott. DIY, linkato 1121 volte)
Ultimo tentativo di contattare il Dio
delle comunicazioni
 
Pronto? Ci sei? Rispondi?
perché non appare l’icona?
perché la manina non afferra più niente?
Dove sei, dio dell’inflazione
e della stagflazione, stai riscuotendo?
stai spogliando gli alberi
di natale in Argentina, stai
defoliando piante di coca
in Colombia, stai perfezionando
la legislazione e le pene, stai
bombardando ancora, stai
affamando chi non ha altro
che la fame da venderti?
o stai finalmente godendoti,
‘che è l’ultimo dell’anno,
il sudato frutto delle tue rapine,
tu e la tua funny people del cazzo?
 
Qui la città è svenuta in un
silenzio postnatalizio, la bimba
s’è svegliata piangendo ma
dorme, ora: voleva dell’acqua,
il cane si è assestato sul divano,
la rete langue e come sempre
sogna di essere ciò che non è,
reale.
Tu
cambi valore
e ti dilegui.
 
Alessio Iacomini
                             31-12-2001

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Di Pietro (del 15/01/2008 @ 11:44:06, in Pensieri sciolti, linkato 1555 volte)

Mi sono imbattuto in questa foto su un blog (http://danilo-pasquali.blogspot.com/):

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Penso a questo meraviglioso film del 1970, di Elio Petri, con un fantastico Gian Maria Volontè (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto).

Oggi chi avrebbe il coraggio di fare un film così ? Di produrlo ?

Oggi abbiamo solo rappresentazioni buonistiche delle forze dell'ordine negli sceneggiati melensi che ci propina la tv.

Tristezza.

 


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Di Pietro (del 15/01/2008 @ 09:21:45, in Rassegna stampa, linkato 1236 volte)

Chi l'ha detto che in Italia la giustizia non funziona ? Che è allo sbando ?
Tutt'altro, è viva, efficente e utile.

Su L'Espresso del 6 dicembre 2007 c'è quest'annuncio che rassicura tutti noi:

Procura di Gela

Il terribile criminale Marouan Miloudi, che si è macchiato dell'orrendo crimine di aver detenuto o acquistato (le indagini evidentemente non sono state in grado di appurarlo, ma si sa questi casi di criminalità feroce ed estrema sono sempre difficili) 200 "musicassette" (!!) contraffatte e prive del marchio SIAE, è stato condannato alla giusta pena dopo 8 (otto) anni di acute indagini e atti processuali.

Ora si che siamo tutti più tranquilli: giustizia è fatta.

 


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Di Pietro (del 14/01/2008 @ 12:25:29, in Comunicazione, linkato 1063 volte)

Presso il punto vendita Euronics del centro commerciale I Sedici Pini di Pomezia, sono esposti questi cartelli che inneggiano alla "trancquillità" e all'"estenzione della garanzia"....

Euronics

 


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Di Pietro (del 09/01/2008 @ 15:39:13, in Racconti, linkato 1778 volte)

Tra la veglia e il sonno
Pietromassimo Pasqui (2008)


Ora era in una stanza da cui aveva tolto ogni mobile. Ogni oggetto.
La stanza era completamente vuota e c’era solo lui, l’uomo, seduto sul parquet, completamente nudo, con in mano un barattolo di vetro.
E nel barattolo di vetro, un piccolo scarafaggio. Una sorta di blatta, nera, di un paio di centimetri di lunghezza.
Zampettava contro il vetro. Cercava una via d’uscita attraverso quel misterioso materiale, assente in natura, che, completamente trasparente, sembrava non esserci e invece costituiva una barriera insormontabile.
E l’insetto zampettava senza sosta, come avrebbe fatto qualunque altro insetto come lui.
Ma era la sola cosa, assieme alle sembianze, che faceva di questa bestiola un insetto comune.
Perché comune non lo era davvero.
L’uomo lo sapeva. L’aveva scoperto pian piano. 
Avrebbe potuto essere un insetto comune, come tutti quelli che lo avevano preceduto negli ultimi giorni. Anche quelli, come lui, sembravano insetti comuni. Ma non lo erano e non lo sarebbe stato, quindi, neanche lui.
O almeno, di questo era convinto l’uomo, che ora, con gli occhi rossi per il sonno, stava attendendo che accadesse di nuovo.

La prima volta che era accaduto era sera tardi. L’uomo si era coricato stanco, come ogni sera e stava per addormentarsi.
Si trovava in quella fase indefinita in cui la coscienza si spegne pian piano e la realtà si ritrae per rinnovare il banale miracolo quotidiano del sogno.
Aveva sentito, impercettibile, un formicolio, proprio all’altezza dell'elastico degli slip.
Ma non era un formicolio, a pensarci bene.  Era troppo regolare. Così regolare che sembrava arrivasse dalla parte del sogno e non della realtà. Ma, dalla parte della realtà,  l’uomo allungò la mano per grattarsi. E lo sentì. Duro, piccolo, che zampettava.
Si alzò di colpo e saltò giù dal letto. Accese la luce e vide, sul lenzuolo, il piccolo  scarafaggio nero.
Chissà come, quella bestiola era entrata in casa ed era finita sotto alle lenzuola.
La prese con un fazzoletto di carta e la gettò nel water, tirando la catena. Controllò attentamente il letto, per vedere che non ci fosse nient’altro, e si rimise a dormire.

Si trovava in quella fase indefinita in cui la coscienza si spegne pian piano e la realtà si ritrae per rinnovare il banale miracolo quotidiano del sogno.
Aveva sentito, impercettibile, un formicolio, proprio all’altezza dell'elastico degli slip.
Ma non era un formicolio, a pensarci bene.  Era troppo regolare. Così regolare che sembrava arrivasse dalla parte del sogno e non della realtà. Ma, dalla parte della realtà,  l’uomo allungò la mano per grattarsi. E lo sentì. Duro, piccolo, che zampettava.

Un sentimento  di paura misto a rabbia lo inondò in un istante, mentre spazzava via ogni residuo di sonno per riacquistare completamente i sensi.

Scese dal letto, riaccese la luce e lo scarafaggio era lì, nel letto, esattamente come prima.

Ma doveva essere un altro: i bastardi erano in due evidentemente. Prese altra carta e lo mandò a fare compagnia al suo simile giù per il water.

Stavolta, però, l’ispezione del letto e dell’intera camera fu molto più scrupolosa: nulla tra le coperte, tra le lenzuola, sotto al materasso, sotto al letto; niente di niente. Per maggiore sicurezza disfece il letto e sgrullò lenzuola e coperte fuori dalla terrazza.
Nessun essere vivente più grande di un centimetro era nella stanza, a parte lui.

Quindi non furono più paura o rabbia a pervaderlo quando, tra la veglia e il sonno, riapparve l’ormai familiare formicolio, proprio dove c’è l’elastico dello  slip: ora fu panico.

Urlando accese la luce e ovviamente rivide lo stesso animaletto, nello stesso punto del letto.
Lo prese con la carta come gli altri ma prima di gettarlo nel water lo mise in terra e lo schiacciò furiosamente con una scarpa.
Ciò che gettò nel wc era un pezzo di carta marroncino intriso di umori che erano vita fino a pochi istanti prima.

Passò la notte sveglio, ispezionando tutta la camera. Doveva esserci un nido da qualche parte, anche se non riuscì a trovarlo.

La mattina dopo, insonne, per prima cosa attese che aprisse il negozio sotto casa per comprare una serie di bombolette di insetticida con cui fece diventare la camera da letto una sorta di camera a gas. Li avrebbe sterminati quei piccoli bastardi.

Come era ovvio, e come temeva, invece, la sera dopo riaccadde di nuovo. Ancora una volta, appena stava per addormentarsi, riapparve il formicolio, nello stesso punto. E un altro piccolo scarafaggio nero si affacciò nel suo mondo.

Ormai erano due giorni e una notte che non dormiva.

Liberò  da ogni oggetto la stanzetta che usava come studiolo. Tolse tutto ammucchiando gli oggetti in corridoio.

Si spogliò completamente e si sedette per terra nella stanza vuota, portando con sè un barattolo di vetro. Li avrebbe messi tutti li dentro se fossero riapparsi.
Aveva bisogno di vederli, di essere sicuro che fossero veri.

A fatica iniziò a discendere verso il sonno e immancabile riapparve il prurito: spalancò gli occhi e lì, accanto a lui, c’era il suo piccolo incubo nero e zampettante. Lo prese con le mani tremanti e lo mise nel barattolo, di cui chiuse accuratamente il coperchio a vite.

Passarono alcune ore prima che si riavvicinasse al sonno, nonostante la stanchezza.
E quando il nuovo scarafaggio apparve strappandolo al sonno,  fu chiaro che stava impazzendo: il barattolo, perfettamente chiuso, era vuoto.

E la bestiola gli zampettava accanto.

 


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Di Pietro (del 08/01/2008 @ 14:27:44, in Scienza, linkato 1660 volte)

Antonio Egas Moniz

 

Questo signore è António Caetano de Abreu Freire Egas Moniz (nato nel 1874 e morto nel 1955).
Nel 1949 gli fu assegnato il Nobel per aver inventato la lobotomia.

 Una sua biografia stringata si trova al solito su Wiki: Antonio Egas Moniz.

Per quanto riguarda l'inutile e distruttiva pratica della lobotomia, è curioso che una delle migliaia di persona che la subì in passato fu Rosemary Kennedy, sorella di Bob Kennedy:

"Rosemary era una ragazza molto vivace, con un lieve ritardo mentale che le causava qualche difficoltà a scuola. La sua condotta sessuale, giudicata un po’ troppo libera e disinvolta per quei tempi, preoccupava il padre, Joseph Kennedy, il quale temeva ripercussioni negative per la carriera politica che intendeva far intraprendere ai figli maschi. Per questo motivo, nel 1941, all’insaputa della moglie, egli decise, di far sottoporre la ragazza a lobotomia.
L’operazione riuscì perfettamente, nel senso che Rosemary, da quel giorno, perse ogni capacità di agire in maniera autonoma (e di dare preoccupazioni al padre). Venne rinchiusa in un istituto per disabili mentali, dove rimase praticamente fino alla morte, avvenuta all’età di 86 anni.
" (da Ildiogene.it).



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Di Pietro (del 07/01/2008 @ 23:43:08, in Pensieri sciolti, linkato 982 volte)
"Non barattare mai i tuoi sogni per la realtà.
Mai
."


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