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..però bisogna farne altrettanta [di strada] per diventare così coglioni da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni

Fabrizio De Andrè
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Pietro (del 12/06/2009 @ 12:23:27, in Politica, linkato 1141 volte)

In viaggio di piacere a Ischia (NA), mi sono imbattuto in alcune perle elettorali.
Il buon gusto e la capacità comunicativa sono assolutamente trasversali agli schieramenti politici....

Andiamo con ordine, dunque:

Popolo della libertà
La signora, che si presume essere moglie del candidato, è presente nei due manifesti con un cavolo in mano. Richiamo al sacro valore della famiglia in cui il ruolo della donna è la cucina, o messaggio subliminale "Un voto del cavolo ?"

Un voto del cavolo

 Voto del cavolo

Rifondazione / Comunisti Italiani
Non da meno il richiamo al sacro valore della famiglia e della tradizione dei "comunisti".
Riporto un particolare dei visi che evidenziano l'entusiasmo gioioso dei parenti del candidato:

 

Partito Democratico
Per chiudere in bellezza, il candidato del Partito Democratico con l'aureola:

 


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Di Pietro (del 12/06/2009 @ 12:33:56, in Comunicazione, linkato 1052 volte)

Difficile resistere alla tentazione di ricorrere all'inglese per darsi un tono.

Peccato che a volte i risultati evidenzino scarsa padronanza dell'idioma della perfida Albione.....

For be freedom


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Di Pietro (del 16/06/2009 @ 14:20:13, in Comunicazione, linkato 1034 volte)

E’ una delle parole feticcio più in voga, ultimamente. E’ l’ultima frontiera del politically correct.
Tutto ciò che può far male alla salute o alla morale, è accompagnato dal disclaimer “Responsabilmente”.

E quindi abbiamo birre, vini e liquori che ci invitano a “bere responsabilmente”
Oppure vetture di grossa cilindrata, che in seconda già superano i limiti di velocità del nostro paese, pubblicizzate con l’avvertenza “Guida responsabilmente”. Ma piccolo piccolo piccolo….

Presto avremo passamontagna con “Rapina responsabilmente”, a mo’ di Robin Hood moderni, o accessori sadomaso con “Stupra responsabilmente”.

Ma il “responsabilmente” più desueto l’ho trovato sul manuale dell’Ipod della Apple.

Responsabilmente

Alla fine c’è scritto “Ascolta responsabilmente”.
Cosa vuol dire ?

  • Non ascoltare le canzoni di Iva Zanicchi ?
  • Non ascoltare il rock satanico coi messaggi subliminali che ti portano a sterminare i tuoi compagni di scuola ?
  • Non ascoltare la musica a tutto volume che diventi sordo ?
  • Oppure non ascoltarla mentre guidi ?
  • O non ascoltare mp3 rubati su internet ?
  • O forse “Privilegia i testi impegnati” alle canzonette da spiaggia ?



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Di DIY (del 19/06/2009 @ 09:13:16, in Le segnalazioni del Dott. DIY, linkato 968 volte)

 

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera, circa la Chiesa di Padre Pio

 « Ci sono opere che, per loro natura, scandiscono il passaggio di un’epoca: accade così da sempre e la Puglia, sotto questo aspetto, conserva alcuni tra gli esempi più straordinari di questo fenomeno; si pensi a Castel del Monte ed alla sua singolare storia che ha segnato un passaggio fondamentale del XII secolo. Quella di Renzo Piano, senza ombra di dubbio, appartiene a questo genere di opere. »
 (Sandro Frisullo)

Da Repubblica del 19/06/2009


BARI - Non solo donne, ma anche cocaina. Punta alla droga l'inchiesta della procura di Bari sul presunto giro di appalti milionari e squillo che l'imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe organizzato lungo la rotta Bari-Roma-Porto Cervo...

Nell'indagine sarebbero contenuti poi anche due nuovi nomi, venuti fuori nelle telefonate: il parlamentare del Pd, Gero Grassi e il vice presidente della giunta regionale, Sandro Frisullo, anche lui del Pd, in rapporti diretti con Tarantini.


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Di Pietro (del 26/06/2009 @ 09:58:40, in Musica, linkato 1281 volte)

La conferma ufficiale tarda ad arrivare.
Sembra che il coroner sia in difficoltà, nel compilare il referto autoptico alla voce "razza e colore della pelle".

 


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Di Pietro (del 30/06/2009 @ 16:55:39, in Pensieri sciolti, linkato 784 volte)

Più tempo passa più mi rendo conto dei luoghi comuni che la stampa ci propina.

In primis che il settore privato sia più efficente di quello pubblico perchè regolato dalla meritocrazia.

Diffidate da chi sostiene questo assunto: o è un imbecille o è in malafede.

 


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Di Pietro (del 30/06/2009 @ 17:02:13, in Pensieri sciolti, linkato 905 volte)

Dal sito di Repubblica:

Niente YouTube

Anche la mia azienda impedisce ai dipendenti di accedere a Youtube e ai Social Network.
Pensavo di essere governato da illuminati manager e invece vuoi vedere che si tratta di integralisti religiosi e censorei ?

O forse si tratta di manager che continuano a intendere il lavoro come catena di montaggio fordiana: conta il fatto che stai seduto alla postazione di lavoro e basta.

Nessuno sa pesare l'attività che svolgi e valutare il tuo carico di lavoro.

Ancora una volta, ci si riempie la bocca di efficenza del settore privato e si mette a gestirlo l'equivalente di un idiota capoturno dell'800....

 


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Di Pietro (del 06/07/2009 @ 12:05:47, in Politica, linkato 947 volte)

Sono stato alla Festa dell'Unità di Roma, l'altra sera.
Molte salsicce, bistecche, panini e ciambelle.
Anche una cartomante.

Ma neppure uno stand che vendesse una maglietta di Che Guevara.

Incomincia a starmi simpatico Berlusconi: in fin dei conti sembra l'unico che creda ancora esistano i comunisti in Italia.

 


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Di Pietro (del 06/07/2009 @ 12:59:42, in Pensieri sciolti, linkato 1104 volte)

Ripenso a uno dei memorabili passaggi di Cipolle e Libertà. Si parla della differenza fondamentale tra fare e far fare.
Nel testo ci si riferisce ai cosiddetti "professionisti". Quelli abilitati da un ordine professionale o da una legge a fare un lavoro che potresti anche farti da solo, ma che devi per forza far fare a loro per non incorrere in sanzioni. Tipo installarti la caldaia a casa.
Il discorso è più ampio, e mi è venuta in mente un'altra categoria di gente che non sa fare ma sa solo far fare.
I dirigenti aziendali.
E l'aspetto che mi interessa esporre qui, non è prettamente professionale. Fa parte piuttosto dei desideri personali.
I manager viaggiano e sono bombardati dalle pubblicità specifiche del loro segmento (riviste in aereo, testate specialistiche) che li allettano con gadget tecnologici: il nuovo palmare che-fa-tutto-e-un-pò-di-più, il telefonino UMTS-EDGE-GPRS-GPS-CCFT, l'aifon. E poi fanno i meeting internazionali, in cui è una gara a chi ce l'ha più grosso (dal punto di vista tecnologico): aripalmari, blecberri, etc. etc. etc.
Ora, questi manager, hanno dei forti desideri competitivi: vogliono l'ultima novità, la cosa più figa !
Ma....
C'è un ma.
Ma non sanno usarla. Perché sono, quasi sempre, dei perfetti tecno-idioti (e tralascio volutamente la valutazione in altri campi).
E allora in ogni azienda c'è uno stuolo di schiavi al loro servizio: gente che h24 deve essere a disposizione per recuperare sul mercato l'ultimo capriccio del capo, configurarlo, copiarci la rubrica con i numeri delle escort agency dal "vecchio" dispositivo, e soprattutto capire in fretta come cacchio funziona il giocherello nuovo per tentare di trasmettere la conoscenza al top manager che dovrà farne sfoggio alla successiva riunione (pardon, intendevo meeting).
E così soldi aziendali vengono impiegati quotidianamente solo per scapricciare i manager-minchioni che devono avere il giochino ultimo tipo e modello a tutti i costi.
Per poi sottousarlo, rimanerne frustrati per incapacità a farci poco più che una semplice telefonata, e sentirsi, quando nessuno li vede, dei perfetti mentecatti.
Lo siete, miei cari, lo siete: l'incapacità nell'utilizzo del tecno-giocherello è solo la punta dell'iceberg.



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Di Pietro (del 06/07/2009 @ 23:53:08, in Politica, linkato 1465 volte)

Constatato amaramente che non c’è nessuno che venda una t-shirt con il Che, dopo aver mangiato la salsiccia (buona, però), mi avvio verso l’uscita della Festa dell’Unità di Roma.
Su un banchetto ci sono copie de l’Unità, in omaggio.
Ne prendo una e me ne vado.
Solo oggi trovo il tempo di scorrere il giornale e devo ammettere di essere parecchio confuso e stupito.
E’ il numero del 3 luglio 2009, all’indomani dell’approvazione del decreto “sicurezza” da parte del governo democraticamente eletto della Repubblica Italiana.
L’Unità è l’organo del PD, e quindi mi aspetto dica cose “di sinistra”, per parafrasare Nanni Moretti.
E invece, guarda guarda….

Il primo strillo, in rosso, riporta, virgolettato, il pensiero di Mons. Sergio Pagano (che apprendo essere il Prefetto dell’archivio segreto del Vaticano: roba da “Il nome della Rosa”…)
Subito sotto, immagine a tutta pagina di un grottesco rondaiolo in divisa, e due note, sulla destra, sulla legge appena approvata.
La prima, quella che salta agli occhi, titolata in rosso, font grande, riporterà sicuramente il pensiero dell’intellighenzia di sinistra.
Manco per niente: riporta l’Allarme Vaticano. Solo sotto, in seconda battuta, senza font rosso e privilegiato, il pensiero del PD.

 

Rileggo il titolo del giornale, per assicurarmi non si tratti di Avvenire. No, è proprio l’Unità, fondata da Antonio Gramsci nel 1924 (importante che l’editore lo sottolinei: aiuta a fugare i dubbi).

Sulla dichiarazione di Mons. Pagano torniamo dopo.

Ora corriamo a pagina 6 a leggere l’approfondimento sul decreto “sicurezza”:

 

Anche qui il pensiero Vaticano viene prima di quello del PD: sia nell’occhiello che nel titolo.

Seguitiamo a leggere e a pagina 7 troviamo quest’altra stupefacente performance di sinistra:

Un trafiletto parla delle opinioni del mondo del lavoro riguardo al decreto. Sono riportati 6 punti di vista:

1) Quello delle Acli sul problema delle badanti che assistono i nostri anziani
2) Quello della CISL sul pericolo criminalizzazione del diverso
3) Quello dell’UGL sulla dubbia efficacia anti-crimine
4) Quello dei medici che rifiutano di denunciare i clandestini per motivi di etica professionale
5) Quello dell’ARCI: “porte aperte da noi anche agli irregolari”
6) Quello del UNHCR, preoccupata per l’equazione immigrato=criminale

Uno di sinistra (non dico addirittura comunista, ma semplicemente un po’ di sinistra) a quale avrebbe dato più evidenza ?
All’opinione della CGIL, forse. Ah, no, scusate. Quella non c’è: evidentemente la CGIL non ha opinioni in merito, o se le ha non le condivide col cronista dell’Unità.
Allora, forse, alla scelta etica dei medici che vogliono disobbedire a una legge che mina il diritto alla salute dell’essere umano.
Oppure a chi urla la vergogna della discriminazione, dall’alto dell’autorità sovranazionale delle Nazioni Unite.

No.

L’Unità evidenzia,  al centro dell’articolo, il problema delle badanti sollevato dalle Acli.
In grande: “«Punite» migliaia di persone che aiutano i nostri anziani”.
Il virgolettato di «Punite» tradisce l’imbarazzo del redattore. Forse i «puniti»  siamo noi, che senza badanti non sappiamo come fare.
E gli anziani sono i “nostri”: mica quelli dei negher africani o della gelida steppa ucraina.
Le badanti, quindi, sono nobili perché assistono i “nostri” anziani. Se assitessero i propri al paese loro, sarebbe poco proficuo per noi e poco nobile per loro.
C’è del nazionalismo in quel “nostri” ? No, sono io che penso sempre male e interpreto anche peggio.

Interpreto così: il concetto è quello cavalcato anche da tanta altra stampa: “Ora avete l’immigrata in nero che pulisce il culo al nonno rompiballe e bilioso, deve sopportarlo anche se la tratta a pesci in faccia, deve stare zitta e buona perché è irregolare e non ha diritti, la pagate poco, senza garanzie di legge e di contratto, e al buon bisogno, se est europea e piacente, potete anche darle una palpata ogni tanto. Lei zitta, perché clandestina. Adesso, invece, con questa cavolo di legge vi tocca metterla in regola, spendere di più, farle un contratto e rispettarne i diritti, sennò ve la cacciano via e addio palpate a sbafo (per non parlare della cacca del nonno per tutta casa).”

Ma davvero sono le badanti il problema della legge anti criminalità ?
E’ questo il PD-pensiero ?
E ci fanno pure i congressi fiume densi di laceranti dibattiti per capire dove hanno sbagliato perdendo i consensi dell’elettorato ?

Ormai triste, ripenso alla salsiccia mangiata, (almeno quella non traditrice, con buona pace del pover pursel  - nel senso del maiale), e ho un ultima riflessione, sicuramente faziosa ed erronea, sul concetto esposto in apertura del giornale da Mons. Pagano:

Il processo a Galileo deve insegnare alla Chiesa un atteggiamento che vale anche oggi: e cioè una certa prudenza, la necessità di approfondire questioni come la ricerca scientifica, l’uso delle staminali, la genetica”.

La mettiamo in prima pagina sull’Unità, sta frase ?
Vi sembra rivoluzionaria ?
Vi sembra innovativa ?
Un segno di apertura ?
E’ “di sinistra” ?

Io la leggo per come è scritta, ossia:

“Per dar ragione a Galileo c’abbiamo messo 500 anni: prudenzia cristianucci ! Impariamo la lezione ! Cos’è tutta sta fretta di far chiarezza dottrinale sui quesiti scientifici di oggi, staminali e genetica in primis ? C’è tempo, c’è tempo. La Chiesa di Roma è eterna e non ha fretta. Ne riparliamo tra cinque secoli.”

Mi si è rotto un piatto, stasera: userò l’Unità per incartarne i cocci.
Almeno non ci faremo male, né io né il compagno netturbino sottoproletario, che, poveretto,  è costretto agli straordinari per finire di pagare il leasing della Classe A.

 


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